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PESCA SUB: DEDICATO A CHI INIZIA Autore: Corrado Natale Corrado Natale con un bel carniere L'estate ormai volge al termine e le coste si fanno sempre più deserte e riacquistano pian piano il fascino selvaggio dell'inverno. Inizia sicuramente un periodo favorevole per la pesca subacquea, sia per la diminuzione dell'affollamento estivo sia per le abitudini di molte specie di pesce che si avvicinano alla costa e si fanno numerose. In questo periodo vi sono tantissimi neo-pescatori che si sono lasciati affascinare dalle bellezze del mare ed hanno, magari per caso, iniziato a praticare la pesca subacquea. Ad essi è dedicato questo articolo, che vuole essere un semplice elenco di pochi consigli, non esaustivo, teso ad offrire una prima guida a questo popolo di aspiranti subacquei. Naturalmente i consigli e le indicazioni che mi accingo a dare si basano sulla mia esperienza personale e sui ricordi delle mie prime esperienze di pesca. Essi si propongono piuttosto di costituire una prima linea guida dalla quale poi, con l'aumentare dell'esperienza e della capacità, il pescatore potrà discostarsi per muoversi liberamente tra le infinite soluzioni di questo meraviglioso sport secondo le proprie personali inclinazioni.
L'impiombatura è il modo ideale di collegare il monofilo all'asta Contrariamente a quanto accadeva qualche anno fa, tutti i pescatori sub all'inizio della loro "carriera" hanno oggi la possibilità di seguire dei corsi specifici sia di apnea sia di pesca subacquea. L'iscrizione ad un circolo subacqueo e la frequentazione di un corso di apnea potrà essere determinante nella svolta del neofita per la conquista di un livello immediatamente superiore. Si potranno acquisire nozioni fondamentali che miglioreranno il nostro modo di andare sott'acqua e soprattutto si avrà l'opportunità di conoscere pescatori più esperti, dai quali riceveremo senz'altro preziosi consigli. Potremo quindi iniziare a bruciare le tappe, evitando il "fai da te" a tutto vantaggio della sicurezza e dei risultati. Molti circoli inoltre organizzano uscite in mare e garette di pesca sociali, magari a squadre, proprio per avvicinare i neofiti alla vita di circolo e alla pesca subacquea. Saranno forse proprio queste gare promozionali a permettere ai neofiti di carpire principali segreti e tecniche della disciplina. Tutto questo, unito alle doti innate e uniche che ognuno ha dentro di sé e all'esperienza acquisita sul campo, formerà il vero pescatore sub. Inoltre, inizieremo gradualmente a controllare emozioni ed ansie, nemici acerrimi dell'apnea che normalmente convivono con il desidero di avventura e scoperta di questo mondo nuovo.
ATTREZZATURA Ecco uno degli argomenti basilari e sicuramente più interessanti per chi inizia. Evito subito di elencare tutta l'attrezzatura necessaria per effettuare la pesca subacquea perché in questa sede voglio dare poche indicazioni che ritengo prioritarie in ordine alla boa segnasub ed al fucile. Dai siti, dalle riviste specializzate e dai manuali si possono facilmente apprendere le varie nozioni, ma io preferisco in questa sede suggerire a modo mio poche scelte da fare. Nella mia opinione, si tratta di scelte che possono risultare determinanti: a) Pallone segnasub: è di vitale importanza per la nostra sicurezza. Voglio subito dire che devono essere presi alcuni accorgimenti importanti per impedire che questo attrezzo influisca negativamente sulla nostra azione di pesca. Il pallone dovrà sempre essere trainato e dovremo avere la possibilità di sganciarlo velocemente in ogni evenienza. Inoltre, dovremo assicurarci che almeno il tratto finale del sagolone non spaventi eccessivamente i pesci, che naturalmente non gradiscono questo cordone ombelicale. In particolare, dovremo legare il pallone ad un sagolone galleggiante (circa 10-15 mt), magari dotandolo sulla parte finale di un galleggiante piccolo e idrodinamico. A questo punto costruiremo la parte che unirà il sagolone al subacqueo immerso, utilizzando un tratto di nylon del 50 - 60 lungo circa 10 mt, in modo che sia invisibile al pesce che insidieremo. Il nylon così utilizzato terminerà in un moschettone a sgancio rapido che potremo collegare ad un pedagno (piombo) anch'esso sgancio rapido. Io sono solito collegare la parte terminale del nylon ad un piccolo spezzone di sagola (della lunghezza di circa 30 cm) e poi al moschettone. Questo consente di controllare e maneggiare meglio il tutto che avrà meno probabilità di intrigarsi con i piombi. Io sono solito collegare la parte terminale del nylon ad un piccolo spezzone di sagola (della lunghezza di circa 30 cm) e poi al moschettone. Questo consente di controllare e maneggiare meglio il tutto che avrà meno probabilità di intrigarsi con i piombi. Potremo quindi iniziare la nostra battuta di pesca svolgendo circa 20 mt di sagola, in modo da avere il pallone alla giusta distanza di sicurezza evitando però che intralci nostra battuta di pesca. Ricordate che il pallone dovrà sempre essere munito della bandiera rossa con diagonale bianca che, normativamente, è il solo riconoscimento del subacqueo immerso. Un pallone sprovvisto di bandierina ci esporrà ad una contravvenzione di 1032 Euro. b) Fucile: non essendo ancora sub specializzati e dovendo spesso iniziare a conoscere ed imparare tutte le tecniche, ritengo che il fucile ideale per iniziare sia un arbalete da 75 cm o al massimo da 90 cm. Utilizzeremo per il momento delle aste leggere da 6 mm. L'asta che ritengo ideale è la tahitiana da 6,3 mm, che ha una fattura ed un profilo idrodinamico molto vantaggioso ai fini del tiro. Chiederemo al negoziante o a qualche sub più esperto di consigliarci degli elastici buoni e veloci. Inizieremo a collegare il codolo dell'asta ad un monofilo di nylon del 140-160 e lo fisseremo senza nodi con gli appositi rivetti in metallo in modo da avere la chiusura del cappio a circa 1, 5 cm dalla tacca di maggiore potenza (fig.1). Potremo inoltre fissare l'aletta con un piccolo OR da 5-6 mm in modo da non avere aperture accidentali dell'aletta in fasi cruciali di pesca che potrebbe spaventare la preda e mandare a monte la cattura. Come collegare l'asta al fucile
Potremo inoltre collegare l'altro capo del monofilo di nylon ad un pezzetto di sagola in testata, che abbia con un nodo di facile scioglimento in caso di necessità. Ogni volta che inizieremo l'azione di pesca dovremo tassativamente controllare che la sicura non sia inserita per evitare di vederci sfilare davanti un bel pesce a grilletto inchiodato. Inoltre, consiglio di eliminare dal fusto lo scorri-asta che fa da guida. Lo ritengo inutile e poi può influire negativamente sulla precisione del tiro. L'arbalete così armato potrà guidarci meglio nell'evoluzione da neofiti a "tiratori scelti" e potremo iniziare a prendere confidenza con i segreti della mira. Avremo la possibilità di vedere l'asta per intero e ciò ci aiuterà a diventare precisi più di quanto possa fare un oleopneumatico. Per i più ambiziosi, potrà essere utile montare da subito un bel mulinello con almeno 50 mt di sagola. DEDICATO A CHI INIZIA: COME E DOVE Occorrerà perfezionare la capovolta rendendola fluida e silenziosa SCELTA DELLA ZONA DI PESCA Naturalmente varierà da Regione a Regione, ma secondo me dovremo iniziare nell'individuare un tratto di costa rocciosa caratterizzato da basso fondale (da 2 a 6 mt). Dovremo avere la possibilità di scorrere sulla zona e individuare movimenti di roccia, magari intervallati da alghe e sabbia, dove noteremo quantomeno un certo "sottobosco" costituito da minutaglia e vari movimenti di vita. COMPORTAMENTO ED ETICA Ricordiamoci di evitare di catturare pesci piccoli e di mostrarli come squallidi trofei. E' molto più utile all'immagine del nostro sport uscire con il portapesci vuoto piuttosto che con prede di scarso valore etico e sportivo. Rispettiamo il mare con il massimo impegno ed evitiamo sempre comportamenti irrispettosi delle normative in vigore sulla pesca subacquea, specialmente in presenza di bagnanti: solo dopo aver rispettato per primi regole ed etica potremo pretendere il rispetto degli altri. TECNICA DI PESCA Adesso viene il bello. Per prima cosa, dovremo programmare la giornata di pesca tenendo conto delle condizioni meteomarine. Non saremo tanto imprudenti da recarci a pesca da soli o in condizioni di tempo incerto e prediligeremo giornate con vento di mare leggero e stabile che possa smuovere la costa con piccole onde. Anche l'orario dovrà essere tenuto d'occhio e si entrerà in mare preferibilmente a sole alto con marea in movimento. Appena entrati in acqua, dopo aver fissato il pallone alla cintura ed averlo sciolto per una lunghezza di 15-20 mt, caricheremo il fucile ed inizieremo a pinneggiare in direzione parallela alla costa su un fondale non superiore ai 5-6 mt. Se riusciremo ad avere il sole alle spalle e a procedere in favore di una leggera corrente avremo iniziato bene la nostra battuta di pesca. La tecnica che cercheremo di attuare sarà quella dell'aspetto. Ancora non abbiamo doti di acquaticità tali da consentirci di attuare agguati o di avvicinarci ad una tana del sottocosta con la dovuta circospezione e, inoltre, sarà utile iniziare a perfezionare assetto, capovolta e apnea. Il bassofondo sa regalare grosse emozioni Pinneggiando in superficie dovremo cercare di scorgere sul fondo qualche avvallamento o qualche sasso più grande che ci possa servire da riparo. La pinneggiata dovrà essere lenta e tranquilla e dovremo cercare delle sensazioni di profondo rilassamento e piacere in quello che stiamo facendo. La conoscenza del posto e la limitata profondità operativa ci aiuteranno in questo. Nel silenzio del mare dovremo cercare di entrare in punta di piedi…pinneggiando e muovendoci senza inutili movimenti rumorosi e bruschi. Anche la capovolta, che effettueremo dopo esserci sfilati il boccaglio, dovrà avvenire nel massimo silenzio ed armonia possibile. Questo è il nostro primo obiettivo: diventare parte integrante dell'ambiente marino ricercando l'armonia con questo. Effettueremo aspetti a profondità variabili dai 2 ai 4-5 mt, curando in modo particolare i movimenti e l'appostamento. Gli aspetti dovranno essere portati ogni 10-15 mt di costa rocciosa in modo da percorrere un' idonea distanza, compatibile con la nostra preparazione fisica e mentale. Prepareremo il tuffo evitando tassativamente qualsiasi manovra di iperventilazione (molto pericolosa) ma cercando semplicemente il rilassamento e la concentrazione. La tecnica di respirazione diaframmatica potrà aiutarci in questo. Una volta giunti sul fondo cercheremo un appiglio con la mano sinistra e cercheremo di avere le pinne e tutto il resto del corpo schiacciato sul fondo. Il braccio destro dovrà essere piegato e non teso, in modo da dare al fucile un assetto più equilibrato e migliorare le possibilità di puntamento. Adesso, fermi sul fondo, dovremo sentire tutti i nostri muscoli decontratti e dovremo assumere una posizione tale da favorire sia l'azione di caccia che il massimo rilassamento e la migliore concentrazione. Prediligendo sempre appostamenti paralleli alla costa e in direzione di corrente, potremo iniziare a guardarci intorno senza avere timore di muovere la testa ma cercando comunque di ritrovarsi ad avere il massimo campo visivo per limitare i movimenti. I pesci potranno venirci da qualsiasi direzione e prima riusciremo ad individuarli, maggiori saranno le nostre possibilità di successo. Una volta individuata la preda in avvicinamento (sarà con molta probabilità un muggine, una spigola o una ricciolotta), dovremo restare calmi e iniziare a spostare verso il pesce la punta dell'asta del fucile per poi allungare il braccio in modo da allineare l'asta con la preda. Non appena avremo la sensazione e la sicurezza giuste, scoccheremo il tiro tenendo salda la mano. Ben presto impareremo che ogni tipo di pesce necessita di un tiro particolare e che potremo aspettare che un muggine ci mostri il fianco, ma dovremo sparare "di muso" un sarago o un denticiotto. Con questo metodo di pesca potremo imbatterci in qualunque preda e potremo fare conoscenza di muggini, spigole, saraghi, limoni e pesci serra. Potremo anche "rischiare" di
imbatterci in qualche preda di mole tipo una leccia spintasi a cacciare nel
sottocosta. Dovremo essere testardi e metodici, dovremo assolutamente evitare di
arrenderci ai primi insuccessi e perseguendo questo sistema con la massima
testardaggine potremo prima o poi avere successo. All'inizio non vedremo un
pesce, poi cominceremo a scorgere qualche preda e a fare le prime "padelle". Ci
sarà qualche delusione per aver mancato la cattura, così come qualche errore di
valutazione, ma quando insagolerete una preda al termine di tanti sacrifici la
pesca subacquea vi sarà già entrata nel sangue e sarà troppo tardi per ritornare
indietro e rinunciare a questo meraviglioso sport. |